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mercoledì, novembre 22, 2006

Ferie 2006 : Semana Grande - Acqua siamo noi -

18/08

Ci svegliamo di buon mattino. Saranno circa le due del pomeriggio. Mi dicono che durante la notte sono stato autore di episodi deplorevoli. Non ci credo assolutamente. Anzi chiedo ai miei compagni di stanza perché durante la notte continuavano scambiarsi il posto nel letto. Mi viene fatto notare che ho le allucinazioni. Sospetto che ci sia un complotto ordito ai miei danni ma non ne capisco la ragione. Anyway! Come abbiamo deciso prima di partire la nostra, sarà una vacanza in parte culturale. Ma non troppo. Ci mancano i mezzi. Decidiamo di recarci all'acquario di San Sebastian, la giusta via di mezzo tra la nostra cultura e la nostra fattanza. L'acquario è molto bello, oltre a tutte le varie stronzate, tipo pezzi di nave, ossi di pesce enormi, qualche conchiglia morta miliardi di anni fa, c'è una meravigliosa galleria marina. Trattasi di un cilindro di vetro che si snoda completamente immerso nell'acqua. Qui si vede la vita negli abissi nella sua realtà. E' molto bello, io non era il primo che vedo in vita mia e ne rimango entusiasta. Un po' meno il Pao che nonostante la calma che cerca di dimostrare è sensibilmente terrorizzato. Come mi rivelerà poi, nonostante ne ammiri la bellezza quell'ambiente lo disgusta. Ad ognuno il suo. Se a me mi portate in una serra, rischio di morire, per cui lo capisco. Usciamo con il cadaverico Pao e decidiamo di scalare il monte Urgull, che in quel momento si trova esattamente sopra di noi. C'è un intero dedalo di viuzze che si snodano attraverso il bosco che ricopre le pendici del monte. Tutte portano alla costruzione che c'è in cima. La raggiungiamo. Scopriamo così che si tratta di una via di mezzo tra un monastero ed una fortezza. In cima a questo c'è una enorme statua di Cristo che guarda la baia di San Sebastian. L'avevamo notata la sera precedente perché durante i fuochi e per tutta la notte è sempre illuminata a giorno. La Spagna cattolica che non ci abbandona. La fortezza-monastero non è aperta al pubblico e la statua è praticamente irraggiungibile. Nonostante tutti i nostri sforzi ci dobbiamo accontentare di guardarla da lontano. Ancora un po' fatti dalla sera prima vaghiamo senza meta per il complesso di edifici ci imbattiamo in una cappella seminascosta. Scopriamo così che quella come tutto il complesso architettonico è dedicato al SS Cristo De La Mota!! Ed io che pensavo fosse una bestemmia. Non si finisce mai d'imparare a questo mondo. Mentre scendiamo il nostro gruppo si divide, Il Pao ed Enrico tornano il albergo per il Locoroco time, mentre io e la Silvia cazzeggiamo per il resto della giornata tra negozi di vestiti e chiese gotiche. O comunque per un giro allo stato brado per la città. Da lucidi. Al nostro ritorno troviamo la strada completamente bloccata da un gruppo di una cinquantina di brasiliani. Riusciamo ad entrare in albergo per riposarci, nel preciso momento in cui cominciano a suonare, cantare e ballare. Continueranno per le sei ore successive, essenziali per farsi una dormita. Un piccolo pensiero personale: negli ultimi due anni sono sempre andato in ferie in località europee sempre diverse tra loro. In ogni posto c'era un pezzo di Brasile. Quest'anno i ballerini, l'anno scorso, Mr. Pizzirillo. Che se ha un significato? Boh? Mentre siamo in stanza io E il pao ci lasciamo coinvolgere da ritmo e ci abbandoniamo ad una frenetica danza, dettata anche dalle nostre condizioni mentali. Finalmente usciamo per la cena, i brasiliani sono sempre lì. Nel frattempo si sono aggiunti anche dei barboni che anno trovato confortevole la soglia del nostro albergo. Anche questo è Semana grande. Fatti circa cinque metri, veniamo immediatamente avvicinati da un simpatico individuo che vuole venderci della droga. Scambiando due parole con questo simpatico individuo, viene fuori che ha lavorato a Prato per tre anni. Felici del nostro nuovo amico andiamo a cena e poi devastazione. La seconda sera siamo fisicamente in forma, per cui guerra!! Con un paio di bevute entriamo subito nel vivo della festa ed iniziamo a socializzare con gli avventori di questa città-bar-caos. Si, perché San Sebastian è in realtà è questo un enorme locale notturno disseminato in tutta la città, senza soluzione di continuità. Puoi fare quello che vuoi, è come una grande massa di gente, privata di moralità e stupide regole di comportamento. Almeno questa la prima impressione che si ha. O meglio è quello che vogliamo di vedere. Tutti quelli con cui riesco a parlare durante la serata sono turisti che arrivano lì per il solito motivo. Disfarsi. E ci si riesce benissimo. In un attimo di lucidità mi chiedo se anche per chi ci vive, i baschi, il significato della festa è il medesimo di noi turisti ignoranti. Mi riprometto di documentarmi, ma prima vado a bere una sangria altrimenti rischio di diventare astemio. Dopo l'angolino riflessivo, continuiamo la narrazione. La Silvia ed il Pao essendo entrambi stanchi e fidanzati ci abbandonano per andarsene a letto mentre io ed il buon Enrico rimaniamo a combattere sul fronte della festa come due eroi. Iniziamo a socializzare anche con simpatici esseri di sesso opposto al nostro, ma la lingua si rivela un problema. Io il basco non lo parlo lo spagnolo idem e con l'inglese ho dei seri problemi. Anche con l'italiano, ora che ci penso, ma questa è un altra storia. Enrico sembra cavarsela molto meglio di me, ma tornerà a casa con me. Pazienza, la vacanza è comunque bella ed io mio sto divertendo parecchio. Sono le cinque del mattino, gonfi di alcol e droghe prendiamo la via di casa. Mentre saliamo per le scale un ultimo pensiero stronzo ci assale. Sfondiamo la porta con un calcio e nel mentre facciamo irruzione nella stanza, intoniamo una canto a squarciagola: Acqua siamo noi dall' antica sorgente veniamo...

lunedì, novembre 13, 2006

Ferie 2006 : Semana Grande -San Sebastian-


17/08

....e cosa se non la Semana Grande? La Semana Grande è una festa che si svolge in Spagna e più precisamente nei Paesi Baschi, nel mese d'agosto. Mi è sempre stata raccontata come in termini di devastazione totale. Infatti è così! Prendete una città di media grandezza come Prato,(Prato e San Sebastian, hanno curiosamente lo stesso numero di abitanti, dati di Wikipedia), chiudete tutte le principali attività per una settimana e lasciate aperto solo gli ospedali, i pub, i bar e i ristoranti. Poi prendete tutta la popolazione e le servite alcolici a poco prezzo ed in abbondanza, poi la invitate a ritrovarsi tutti insieme a fare macello. Ripetete questa operazione in maniera continuativa per una settimana, ed otterrete la Semana Grande. La prima domanda che sorge spontanea è : allora perché non farlo anche qui, invece di andare in Spagna? Probabilmente perché l'Italia è un paese repressivista , papale e fascista. Ma questo è un altro discorso. Non vi starò a tediare con le tappe aeree del nostro viaggio che a parte un po' di panico del Pao per varie turbolenze all'arrivo a Bilbao, non è stato degno di eventi particolari. L 'unico consiglio che vi posso dare è non tirare mai fuori il portafogli all'aeroporto di Francoforte o i vostri miseri euro si volatizzeranno. Atterriamo a Bilbao, forse la città più famosa, ma non la precedentemente noleggiata, e via verso la nostra metà. Solo cento Km. La prima impressione che sia guardando il paesaggio è che questa non è la Spagna. E' una qualsiasi cazzo di nazione ma non la Spagna. Nel nostro immaginario collettivo associamo a una nazione delle determinate caratteristiche climatologiche. Per cui mai mi sarei aspettato di vedere montagne piuttosto alte, foreste estremamente verdi ed in lontananza l'azzurro terso dell'oceano. Arriviamo alla fine alla nostra prima metà del viaggio. Il nostro hcapitale. Il nostro viaggio è così organizzato, tre giorni a San Sebastian, ridente cittadina sul mare poi, altri quattro a Bilbao che in base alle nostre informazioni dovrebbe essere più grande e che sospettiamo può portarci via più tempo. Raccattiamo, quindi la nostra auto, hotel si trova in centro e mentre il Pao e la Silvia vanno a cercare un ufficio del turismo che ci dia una carta della città o una qualsiasi informazione per raccapezzarci, inizio a notare meglio la città e suoi abitanti. Infatti pur essendo le sei di sera di un normale giorno lavorativo (giovedì) per strada c'è decisamente troppa gente, e non sono solo turisti come noi. C'è almeno un buon settanta per cento della popolazione. Penso che sia curioso, poi passa una camionetta sbirra, e quella è decisamente curiosa. Con i vetri completamente oscurati, e coperti con grata anti sfondamento, inoltre sia sul davanti che sul dietro del mezzo dei simpatici e robusti parabufali, atti a caricare la gente. Faccio notare la cosa ad Enrico ma lui è troppo impegnato a smontare la macchina. Abbiamo l'assicurazione completa , per questo è convinto che la possiamo distruggere impunemente. Nel frattempo la Silvia e il Pao sono di ritorno con notizie interessanti. L'albergo è a pochi minuti e sanno anche dove parcheggiare gratuitamente l'auto. Un posto non lontano mi dice la Silvia. Scarichiamo i bagagli e andiamo a parcheggiare in un posto che raggiungiamo in ora di macchina e altre due per tornate indietro. A questo punto della narrazione io mi accendo un razzo, voi fate quello che vi pare. Per venire incontro alle vostre capacità cognitive, sempre più in ribasso vi metto un po' di spiegazioni sui Paesi Baschi. Studiatele attentamente, vi serviranno a capire questo e i post seguenti. Compiamo il nostro tragitto a piedi e con il calare delle tenebre iniziamo ad ammirare la città . San Sebastian ha una splendida spiaggia racchiusa tra due montagne che portano rispettivamente in nome di monte Urgull e monte....cazzo, non me lo ricordo, entrambi che scendono a picco sul mare. Di notte sono molto suggestive. Decidiamo di scendere in spiaggia dove si è già accampata un piccola folla. Via via che passa il tempo le persone diventano sempre più numerose, come se tutti fossero in attesa di qualcosa. Infine comincia. Il più grosso e rumoroso spettacolo di fuochi artificiali che abbia mai visto. Era da quando avevo cinque anni e mio padre mi tirava i petardi nel letto per svegliarmi che non sentivo un macello del genere. Le foto non gli rendono giustizia, per capirlo appieno va visto in prima persona. Quindi la prossima volta andateci anche voi poveri stronzi! Mezz'ora di botti, ma belli grossi per fare un esempio, la sera successiva, eravamo a cena nello stesso momento, mentre mangiavamo, ci tremavano i piatti. Dopo questa pausa di devastazione sonora che incendia il cielo, il caos che fremeva da tutto il giorno si trasferisce, in strada, nella gente.

E da quel momento la festa ha veramente inizio. Le strade che portano dalla spiaggia al vecchio centro città sono un unico fiume di carne in movimento. Naturalmente, lo spostamento non avviene senza emozioni. Dei simpatici individui con una carcassa a forma di toro sulla schiena si aggirano tra la folla correndo. Il particolare che rende un po' diversa questa cosa è che sulla superficie di questo toro artigianale ci sono dei razzi accesi. Noi siamo leggermente sconvolti, la gente si diverte. Inizio a chiedermi se nel corso di questa vacanza vedrò mai una torcia umana. Purtroppo non sarò accontentato. La città vecchia è il cuore caotico della festa, ovviamente è dove si trova il nostro albergo. Avere l'albergo nel centro della festa è veramente molto comodo, oltre che estremamente tattico. Si tratta di un accozzaglia di strade tutte uguali tra loro che si incrociano verticalmente ed orizzontalmente, formando un perfetto reticolato in cui perdersi è facilissimo. Quasi tutte le strade sono foderate da simpatici locali simili a disco pub completamente pieni di gente. Esci da uno ed entri in quello accanto. Così, senza soluzione di continuità. In ognuno di questi si beve con pochi euro, e l'utilizzo di cannabis è fortemente incentivato. Nelle tre ore successive vedo un po' di tutto quello che la mente umana può concepire: gente che cerca di fare surf una tavola da stiro per terra, gente che piscia ovunque, vomito a schizzo. Sarò ripetitivo ma è il caos. E' come essere a una festa , ma grande quanto una città. Bellissimo!!!!!! Ma siamo appena arrivati e la stanchezza inizia a farsi sentire. Optiamo per un comodo riposo anche se sono le quattro di notte e la festa ancora impazza. Domani saremo più in forma.


martedì, novembre 07, 2006

Ferie 2006 : Il compleanno della Silvia

15/08

Dopo una notte di riposo ed essermi lasciato alle spalle gli eccessi Gotici dei giorni precedenti., sono pronto per ripartire. Destinazione Puntala (si scrive così, Enrico?), per il compleanno della Silvia. Come mi era stato anticipato, tramite sms, invece della solita cena tra amici in località marinara, sarà, si, una cena tra amici ma in barca. Intimamente sono già terrorizzato! Diciamo che la barca e il mio stomaco non vanno proprio d'accordo. A dimostrazione di questa tesi in casa ho tolto la vasca da bagno ed ho messo la doccia per evitare il mal di mare. Quindi parto con le più rosee speranze. Vengono a prendermi il Coppa e la Giulia e con l'auto carica di sostanze più o meno lecite partiamo di buon passo. Dopo meno di un ora di viaggio circa all'altezza di San Miniato, con un razzo in mano e una birra nell'altra mi accorgo di non capire già un cazzo. Ed il quel momento ho un'illuminazione. Per vincere il terrore della barca e la paura di vomitare, cercherò di restare il meno lucido possibile. Per tutto il viaggio ci riesco egregiamente. Dopo un paio d'ore di macchina arriviamo in una cittadina sconosciuta che sospetto sia...non me lo ricordo. Pazienza! Comunque credo che fosse Follonica. Motivo della sosta: attendere l'arrivo della Vignolini, amica della Silvia, che non conosco. Decidiamo d'ingannare il tempo con birrini e aperitivi assortiti nei simpatici locali marittimi. Finalmente arriva e finalmente partiamo per la nostra metà finale, che scopro essere un'ameno distributore della Esso. Lì ci aspettano, oltre alla festeggiata e alla sua dolce metà, suo fratello Enrico, il Santini e la sua futura sposa Barbara. Riunita la compagnia, partiamo per un non ben precisato porto sulle rive grossetane. Dopo alcuni errori logistici, tipo sbagliare pontile, sbagliare barca, sbagliare stato, ecc, troviamo il nostro Caronte personale e la sua imbarcazione. Il nostro skipper, un simpatico ragazzo modenese che leggeva il Mein Kampf, mi dice di chiamarsi inizialmente Enrico, poi Federico e infine Simone. Un chiaro caso di personalità multipla. Mi informa, poi, che su una barca non esiste la figura dello skipper. O si è comandante o si è marinaio. Per cui decido di chiamarlo skipper. Infine lì, sul maestoso sole al tramonto, salpiamo le ancore, dirigendoci verso il mare aperto. Ometterò il particolare, che alla partenza, abbiamo rischiato di incagliarci con le barche ormeggiate lì vicino. Lanciati , infine, sul mare con il vento nei capelli, devo ammettere che è una sensazione inebriante. Ti fa stare veramente bene. Quando, poi decidiamo di cambiare l'alimentazione del vascello passando dai motori alla vela , è ancora più bello. Ovviamente, a differenza della propulsione navale, io cerco di mantenere costantemente un regime di fattanza costante. Devo ammettere che la mia precedente illuminazione ha colto nel segno. Non sento il mal di mare, anzi mi sento anche bene. Il nostro skipper cerca di farci partecipare attivamente alle manovre della barca. Mentre Enrico e il Coppa si muovono attivamente e intelligentemente, con fare da marinai esperti, io dimostro tutta la mia incapacità alla prima manovra. Capita, poi perché impegnarsi quando lavorano già in tre? Essere troppo esperti su una barca può essere fatale, come vedremo più avanti. Ci ancoriamo in mezzo ad una caletta, con gli ultimi raggi di sole che ci scaldano e la notte che arriva e il tenue rollio della barca, si sta veramente da dieci. Complimenti e auguri alla festeggiata per questa bell'idea. Incredibile a dirsi ma Santini a parte, stiamo tutti bene. Infatti ceniamo di gusto, alla faccia sua, che ci guarda estremamente disgustato. Continuiamo la serata con alcool, droga, rock'n'roll, cazzeggio e chiacchere varie. Ormai ho superato le mie paure iniziali e sono costretto a ricredermi. Effettivamente stesi sul ponte di una barca in mezzo al mare si sta veramente bene. Il cielo stellato e l'ondeggiamento della barca da effettivamente una bella sensazione. Sembra di fluttuare. Magari il mio cervello è anche andato un po' in pappa, visti gli eccessi. Ma è innegabile che guardando quella enorme marea nera con la brezza leggera che ti passa vicino ho provato delle belle sensazioni. Di pace ed abbandono. Finisce la festa , ma soprattutto il noleggio della barca, per cui è ora di rientro. Non c'è rimasto ormai molto da raccontare. A parte un piccolo episodio che dimostra alcune mie precedenti considerazioni. La prima è che su una barca è sempre necessario non fare un cazzo. La seconda è che marinai si nasce e non si diventa in una sola sera. Mi riferisco al nostro buon Franco. Quest'ultimo, in un eccesso di zelo o di eccessiva sicurezza, ha assaggiato le profondità, ma soprattutto la eccessiva pulizia delle acque del porto di Follonica. Sua vittima involontaria è stata la Daniela che è finita dentro con lui. Pare che la scaletta non abbia retto, o che fosse agganciata male. O qualche miliardo di ipotesi fatte dopo. La realtà dei fatti è che mentre l ' attraversavano, quest' ultima ha ceduto. Splash!! E tutti sul fondo. Dopo una rapida constatazione che non c' erano vittime a parte l'orgoglio di marinaio ferito del Coppa. Io mi sono sinceramente abbandonato alle più grasse risate. Ripescati e asciugati erano di nuovo presentabili dopo poco . Meno male, per noi, che l'odore diesel, misto merda non ha attaccato troppo. Dopo un sushi offerto al porto di Puntala, siamo rincasati, anzi rimbarcati. Infatti, io , Enrico, la Giulia ed il Coppa, dormivamo sulla barcadi Enrico. Ormai sfatto e disfatto mi preparo a prender sonno. La ninnananna che mi conduce tra le braccia di Morfeo iniziava così: “Impara a bestemmiare con il computer. Corso interattivo di bestemmie .” Mi rendo conto che la settimana che verrà sarà ancora più impegnativa.......

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